Colli Euganei Rosso

I ROSSI D.O.C. DEI COLLI EUGANEI

Dal rubino rosso intenso ai riflessi violacei e granati, i rossi dei Colli Euganei hanno colori e profumi intensi, espressione del carattere della terra d’origine.
Cabernet, Merlot o Carménère, Raboso…A seconda del vitigno si possono riscontrare sentori di frutti rossi, ciliegia, frutta matura, note speziate, erba fresca o secca, tabacco o di tostato.

Colli Euganei Rosso

Grazie all’ottimale maturazione fenolica (la concentrazione delle sostanze fenoliche nelle bucce e nei vinaccioli dell’uva) e al giusto rapporto tra zuccheri e acidi, i rossi dei Colli Euganei sono vini strutturati, dal grande equilibrio fra le diverse componenti e un’elevata morbidezza al palato.

Fin dalla metà dell’Ottocento il territorio euganeo accoglie questi vitigni a bacca rossa diventandone la vera e propria culla in Italia.
Luoghi in cui il clima ideale dona maturità al frutto senza concentrazioni esasperate, tratteggiandone i confini aromatici con le erbe officinali e la macchia mediterranea, creando vini di carattere ma non aggressivi, dall’acidità agile ma non tagliente, in un quadro di armonia e carattere.
Questo è fulcro della denominazione euganea “D.O.C.” che ha da poco compiuto i cinquant’anni di vita.

Cenni storici

L’Ottocento rappresenta uno spartiacque nella storia della coltivazione della vite, poiché segna la fine della viticoltura antica e l’inizio di quella moderna.
Nella seconda metà dell’Ottocento compaiono l’oidio la peronospera, due malattie fungine che attaccano foglie e grappoli. Con le primavere umide e piovose i parassiti attaccavano le coltivazioni provocando la distruzione di interi vigneti, e di conseguenza il crollo della produzione.
Per combattere questi parassiti venne introdotto in seguito l’utilizzo del solfato di rame e l’idrato di calcio, in grado di combattere la peronospora, e dello zolfo contro l’oidio.
Ma, non molti anni più tardi, una piaga ben peggiore si abbatteva sui vigneti: la filossera, un insetto proveniente dall’America, che colpendo la radice delle piante ne provocava in poco tempo la morte. La filossera era giunta prima in Inghilterra, poi in Francia e dal 1863 aveva raggiunto la Penisola italiana. In Veneto se ne sente parlare dai primi anni del Novecento, e la sua presenza nel padovano è segnalata intorno al 1912. In pochi anni si diffuse in tutto il territorio provocando vere devastazioni.
La scoperta che le radici di alcuni vitigni americani erano immuni agli attacchi della fillossera, ribaltò le sorti della viticoltura europea: anche la soluzione a questo secondo attacco era stata trovata. Si iniziò così ad innestare la vite europea (nella quale la parte aerea non è attaccata dall’insetto) su portainnesto americano.
Attualmente, quello che tra il XIX e il XX secolo ha rappresentato un vero e proprio flagello per l’agricoltura europea, è diventato un insetto pressoché innocuo.

L’introduzione di Merlot e Cabernet negli Euganei

i vigneti di Lispida – photo credit: www.ossicella.it

Nella seconda metà dell’800 si avvia sui Colli Euganei un nuovo periodo all’insegna della sperimentazione e della specializzazione. La novità arriva dai territori d’Oltralpe, ed è rappresentata dai vitigni francesi che alla metà dell’Ottocento partono alla conquista delle Venezie: si diffondono Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot e Carménère.
Sarà il conte Augusto Corinaldi a mettere a dimora per primo nel Veneto, nella sua tenuta di Lispida le uve arrivate d’oltralpe. Avviando anche degli studi atti ad individuare i terroir più adatti ad ogni singola tipologia. Il suo obiettivo è produrre un solo tipo di vino rosso di buona qualità atto all’esportazione e in grado di concorrere nel mercato internazionale.
Il Conte Corinaldi introduce nell’area euganea l’utilizzo di tecniche enologiche di avanguardia, si avvale del supporto di illustri enologi stranieri, tra i quali il signor Lehner proveniente dalla Scuola di Klosterneuburg (la prima scuola viticolo-enologica del mondo). Con i suoi 2000 metri quadrati di estensione e la capacità di ben 30.000 ettolitri di vino, la cantina divenne una delle più grandi del Veneto.
Dall’ottocento Merlot e Cabernet conquistano tutti i Colli Euganei, il Merlot diviene il rosso di tutti i giorni per i viticoltori patavini.
Nel 1969 nasce la Doc Colli Euganei con l’introduzione del Colli Euganei Rosso, e prende vita così il vecchio sogno del Conte Corinaldi di creare un grande rosso che potesse affrontare anche i mercati internazionali. Con le successive modifiche del discplinare vengono inseriti poi anche Merlot e Cebernet nelle diverse declinazioni.c

Vitigni: Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Carmenère

Merlot

Il vitigno Merlot è senza dubbio il più amato e diffuso sui Colli Euganei. Il vino che ne deriva ha beva piacevole da giovane, con note inconfondibili di marasca e sambuco. Se affinato invece, ci conduce a sentori di ciliegia, mora, fino alle note tostate.
Il Merlot è un vino da pasto che si abbina a risotti ricchi, salumi, pollo alla griglia; è ottimo con i formaggi di media e lunga stagionatura.e

Cabernet

Le origini del Cabernet-Sauvignon non sono certe: alcuni studiosi lo ritengono originario dell’Epiro, altri della Grecia. Secondo questi ultimi, il Cabernet-Sauvignon sarebbe la “Vitis caburnica” descritta da Plinio il Vecchio in Naturalis Historia e corrisponderebbe al vitigno (e vino) greco Kapnios.
Il nome Sauvignon deriva da un’antica parola francese che significa “selvaggio” (sauvage).
Il vitigno Cabernet Franc ha origine nella zona della Gironda (Bordeaux), in Francia.
Come dice il nome stesso, il vino che se ne ottiene è un vino “franco”, schietto e sincero: possiede un leggero sentore terroso, tracce fumé e di peperone è molto aromatico, ma meno fine al palato se paragonato al Cabernet Sauvignon. Le note erbacee si affievoliscono con l’invecchiamento ed il colore è di un rosso brillante.
Cabernet Sauvignon e Franc sono vini piacevoli in gioventù, con sentori di frutta rossa. Se affinati si rivelano austeri ed eleganti, e sprigionando sentori di tabacco e calde note tostate.
Vino di lunga vita, Il Cabernet è ideale con arrosti e spiedi, con formaggio Asiago d’allevo stagionato e polenta abbrustolita o con costolette d’agnello alla brace.

Carménère

La storia del vitigno Carménère è curiosa, se pensiamo che sui Colli Euganei la sua presenza è stata “celata” fino all’Età Moderna. Nell’Ottocento infatti il vitigno che oggi riconosciamo come Carmenère, era considerato Cabernet Franc.
Uscito allo scoperto, il Carménère ha finalmente potuto godere del sua meritato apprezzamento.
Il vitigno Carménère deriva dall’antica “Vitis Biturica” di origine Albanese e portata in Francia dai Romani.
Il suo nome potrebbe avere origine da “carminio”, per il colore porpora intenso del vino che se ne ottiene.
Il Carménère è un vino dalla struttura possente, con essenze decise e intense, note spiccate di peperone verde e di erba appena tagliata.

Taglio e paradosso “bordolese”, e vini euganei

La nota definizione “Taglio Bordolese” fonde in un assemblaggio armonico le qualità di due vini, quello da Merlot e quelli da Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc che hanno spiccate caratteristiche di complementarietà. Il Merlot dona alla couvee le note eleganti e fruttate ed un tannino morbido e suadente, mentre i Cabernet contribuiscono con la struttura, gli aromi più erbacei e primitivi e tannini più marcati e dalla trama più fitta.
Questa sono le caratteristiche più note e il pregio maggiore che ha portato questa couvee a rappresentare i migliori rossi al mondo. Con sfumature diverse, questo mix riesce ad adattarsi a terreni e climi estremamente differenti. Producendo risultati differenti, ma sempre accomunati da grande eleganza. Tanto che questi vini vengono ormai considerati dei veri e propri metri di paragone tra territori di produzione, in grado di rilevare davvero le sfumature di ogni singolo terroir.

Ma nella definizione giace anche un grande paradosso. Un vitigno autoctono non mette in evidenza le diversità fra i vari territori di produzione perché si parte da basi differenti non paragonabili. Con vini che hanno invece gli stessi vitigni di origine e tecniche di produzione simile, la differenza la fa davvero il territorio e le sue caratteristiche possono emergere in modo netto e chiaro.

photo credit: www.collieuganei.it

Suolo vulcanico e calcareo danno vini di assoluto pregio

La mappa dei suoli dei Colli Euganei, ci appare come un patchwork prezioso che racconta il paziente lavoro svolto dalla natura in milioni di anni. Le rocce più antiche di origine sedimentaria, si alternano a quelle generate dall’attività eruttiva. Il tipo di substrato roccioso determina la forma delle colline. Dove prevalgono le formazioni sedimentarie troviamo rilievi bassi e arrotondati; mentre in presenza di substrato roccioso da rocce eruttive, le forme sono coniche e piramidali con pendenze maggiori. L’inclinazione dei pendii quindi cambia in continuazione e letta in combinato disposto con la latitudine e l’esposizione, ci fornisce il valore dell’assolazione, ossia la quantità di irradiazione solare annua che un certo luogo è in grado di captare. Sugli euganei si passa dal valore massimo di 2600 ore l’anno per i pendii esposti a sud, alle 700 ore di quelli a nord e delle valli più strette. L’incredibile escursione di questi valori rende conto assieme agli altri fattori, della compresenza di diversissimi microclimi.

Le zone di produzione e i suoli hanno un’influenza notevolissima sui rossi dei Colli Euganei. Nella zona nord troveremo rossi carnosi che nelle versioni giovani esprimono benissimo il frutto. Nelle versioni affinate in legno la chiave è l’eleganza e un bouquet armonico e composto di profumi. Al sud le gradazioni cominciano a diventare indomabili, i vini sono quasi tutti affinati in legno. Alcuni solo con brevi passaggi in botti grandi, altri con invecchiamenti lunghi anche in barrique. Qui è in ballo la forza, la prorompenza degli aromi.
Se scegliamo la chiave di lettura dei suoli, la matrice vulcanica ci consegna vini complessi ed eleganti, quella calcarea gioca su struttura e alcolicità.
I tannini sono sempre morbidi grazie alla perfetta maturazione delle uve che morfologia del suolo, clima e suoli permettono di raggiungere. Da non dimenticare è l’influenza del vicino mare Adriatico.

I rossi dei Colli Euganei a confronto (art. 6 del Disciplinare di produzione)

Rosso e Rosso riserva

– colore: rosso rubino più o meno intenso;
– odore: vinoso, caratteristico;
– sapore: da secco ad abboccato, sapido, morbido, di corpo, vellutato, per la versione riserva sapore: secco, sapido, caratteristico;
– titolo alcolometrico volumico minimo: 11,00% vol., e 12,00% vol. nella versione riserva;
– acidità totale minima: 4,00 g/l ;
– estratto non riduttore minimo: 20,00 g/l, e 24,00 g/l nella versione riserva.

Cabernet e Cabernet riserva

– colore: rosso intenso con riflessi violacei, talvolta granati con l’invecchiamento;
– odore: gradevole, caratteristico;
– sapore: da secco ad abboccato, pieno, leggermente erbaceo e persistente;
per la versione riserva, il sapore è secco, pieno, leggermente erbaceo e persistente.
– Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol., e 12,00% vol. nella versione riserva;
– acidità totale minima: 4,00 g/l;
– estratto non riduttore minimo: 20,00 g/l, 24,00 g/l nella versione riserva.

Cabernet franc e Cabernet franc riserva

– colore: rosso intenso con riflessi violacei, talvolta granati con l’invecchiamento;
– odore: intenso leggermente erbaceo talvolta con sentori di frutta rossa;
– sapore: da secco ad abboccato, di corpo, caratteristico e persistente,
per la versione riserva sapore: secco, di corpo, caratteristico e persistente;
– titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol., e 12,00% vol. nella versione riserva;
– acidità totale minima: 4,00 g/l ;
– estratto non riduttore minimo: 20,00 g/l, e 24,00 g/l nella versione riserva.

Carménère e Carménère riserva

– colore: rosso rubino intenso con riflessi violacei, talvolta granati con l’invecchiamento;
– odore: intenso erbaceo;
– sapore: da secco ad abboccato morbido, equilibrato, caratteristico,
per la versione riserva sapore: secco, morbido, equilibrato, caratteristico;
– titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol., 12,00% vol. nella versione riserva;
– acidità totale minima: 4,00 g/l;
– estratto non riduttore minimo: 20,00 g/l, 24,00 g/l nella versione riserva.

Cabernet Sauvignon e Cabernet Sauvignon riserva

– colore: rosso rubino più o meno intenso con riflessi violacei, talvolta granati con l’invecchiamento;
– odore: gradevole, caratteristico;
– sapore: da secco ad abboccato morbido, armonico, di corpo,
per la versione riserva sapore: secco, morbido, armonico, di corpo;
– titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol., e 12,00% vol. nella versione riserva;
– acidità totale minima: 4,00 g/l ;
– estratto non riduttore minimo: 20,00 g/l, e 24,00 g/l nella versione riserva.

Merlot e Merlot riserva

– colore: rosso rubino più o meno intenso con riflessi violacei, talvolta granati con l’invecchiamento;
– odore: gradevole, caratteristico;
– sapore: da secco ad abboccato morbido, armonico, di corpo,
per la versione riserva sapore: secco, morbido, armonico, di corpo;
– titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol., e 12,00% vol. nella versione riserva;
– acidità totale minima: 4,00 g/l ;
– estratto non riduttore minimo: 20,00 g/l, e 24,00 g/l nella versione riserva.

note tecniche

“Il vino a denominazione di origine controllata “Colli Euganei” rosso è ottenuto dalle uve, dai mosti e dai vini delle varietà Merlot e/o Cabernet Sauvignon e/o Franc e/o Carmenère, provenienti dai vigneti di ambito aziendale, idonei alla produzione dei vini di cui all’articolo 1, con un limite massimo dell’85% per singolo vitigno. Possono concorrere alla produzione del predetto vino le uve, i mosti e i vini delle varietà Raboso Piave e/o Raboso Veronese fino ad un massimo del 10%.”

  • Resa per ettaro e titolo alc. Vol. min
  • Cabernet franc 12 t. 11,00%
  • Cabernet Sauvignon 12 t. 11,00%
  • Merlot 13 t. 11,00 %
  • Carmenère 12 t. 11,00 %
  • Raboso (R. Veronese e/o R. Piave) 14 t. 10,50%
  • Numero minimo di ceppi per ettaro: 4.000
  • La resa massima dell’uva in vino non deve essere superiore al 70%

Risotti ricchi, primi e secondi piatti di carne per i Rossi Colli Euganei D.O.C.

I rossi giovani si accompagnano a risotti ricchi, primi piatti di carne (come il classico pasticcio o i bigoli al ragù d’anatra o di cinghiale), o con secondi di carni bianche “in tocio”. I rossi delle annate precedenti affinati in legno, sono ottimi con tutte le carni rosse, dalle preparazioni alla griglia a quelle brasate e formaggi stagionati.

Iniziativa realizzata con contributo MIPAAF | DM 57497 dell’8/08/2019 lettera A